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la muta

La muta (o ecdisi) nei serpenti è un fenomeno unico e particolare e consiste nel cambio periodico (alcune volte all’anno, a seconda della specie, dell'età e dello stato di salute dell'animale) dello strato superficiale della pelle, l’epidermide. La pelle nei rettili non è elastica e non cresce con l’animale come avviene ad esempio nei mammiferi: quando al serpente va stretta se ne libera, un po’ come facciamo noi liberandoci dei vecchi vestiti quando cresciamo. Nei serpenti, che non hanno gli ostacoli degli arti, questo processo è facilitato e la vecchia pelle (denominata "exuvia") viene via solitamente tutta intera, dalla testa alla coda. Nel periodo che precede la muta (un paio di settimane) il rettile ha bisogno di mantenere una temperatura corporea relativamente alta, diventa irascibile, non mangia, ricerca zone umide (in quanto si disidrata molto) e la sua pelle perde brillantezza, diventa opaca, compreso il rivestimento corneo degli occhi. Durante questi giorni c'è una sorta di preparazione alla muta, in cui lo strato superficiale dell'epidermide si separa da quello profondo.  L'opacità della livrea è data appunto da un sottile strato di liquido opaco che si crea fra gli strati profondi del derma e l'epidermide, per favorire questa separazione. Dopo qualche giorno questo liquido viene poi riassorbito per lasciare spazio a dell'aria. Quando arriva il momento, il serpente, sfregando il muso su qualche asperità del terreno, si sfila per intero la vecchia pelle rivoltandola come un calzino, mostrando sotto quella nuova, lucida e brillante.

Il ritrovamento di queste exuvie è molto importante perché permette di ricostruire specie, lunghezza, sesso ed età dei serpenti che le hanno lasciate.

In questa pagina due foto molto interessanti scattate dal nostro Alessandro Bloise: nella prima un grosso malpolon appena prima della muta (gli occhi biancastri denotano che la pelle si sta per staccare), nella seconda la exuvia a fine muta, lunga 200 centimetri esatti.