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Insetti particolari

In questa pagina si desidera parlare di alcuni insetti che popolano il SIC di Pompeiana e le zone limitrofe, ci limiteremo esclusivamente agli insetti che per qualche ragione sono da considerarsi poco comuni, interessanti, particolari, sono elencati negli allegati della direttiva Habitat, oppure la loro presenza è localizzata nel ponente ligure.
Questa pagina non vuole essere nulla di sistematico ma solo una raccolta senza capo nè coda di specie che vivono dalle parti del SIC IT1315922.
Fate click sulle foto per visualizzarle meglio.

Le zygaene hanno una struttura molto vicina a quella delle farfalle diurne ma in realtà sono piuttosto da considerare delle falene crepuscolari ormai adattate alla luce del giorno. larvaTuttavia, la posizione da ferme, a delta, indica inequivocabilmente la loro vera natura. Il nome scientifico di quella nella foto è Zygaena lavandulae, le cui piante nutrici sono Fabacee del genere Anthyllis e Dorycnium, nei cui pressi è possibile reperirla. Il bozzolo, bianco, viene fissato quasi sempre alla pianta madre. E’ una specie a comparsa precoce, preferisce la macchia mediterranea, con presenza massiccia di Cistus albidus, pianta molto abbondante nelle nostre colline. Il suo ciclo va da metà maggio a metà luglio, in  una sola generazione. Zygaena lavandulae
La specie nella foto è sufficientemente chiara per la determinazione, che comprende: il bordino bianco sulle ali, il collettino bianco sotto la testa, il corsaletto di pelo nero, triangolare, in alto  tra le due ali e la precisa posizione delle cinque tacche rosse orlate di nero (le prime due in alto praticamente attaccate una all’altra). Si tratta di una specie presente solo in una certa parte della Liguria e nessun’altre regione d’Italia. La zona dell’ estremo Ponente ligure è la sua patria d’elezione.

Le falene, generalmente, si distinguono facilmente dalle farfalle osservando le ali nella posizione di riposo: se sono messe orizontalmente, a "tetto", si tratta di una falena, altrimente se sono verticali rispetto al corpo dell'insetto allora si tratta di una farfalla.
Euplagia quadripunctaria Falena dell'ederaL'Euplagia quadripunctaria è una falena dell'ordine dei lepidotteri, famiglia delle Arctii. E' nota anche con il nome di Falena dell'edera ed è una specia protetta come specie prioritaria dalla Direttiva Habitat e compare negli allegato II e IV.
Predilige ambienti freschi e umidi, vicino a corsi d'acqua o ai boschi. Le ali sono scure con striature giallaste nella posizione superiore, in quella inferiore sono arancioni maculate di nero. Per questo sembrano arancioni quando volano oppure sono come nella foto a fianco da ferme.Arctia villica
Un'altra falena della famiglia delle Arctii è l'Arctia villica che vedete nella foto a destra. Comune in Europa e nel nord Africa non compare negli allegati della direttiva habitat. I maschi si differenziano dalle femmine dalla forma o pettine delle antenne.
Il termine che identifica la famiglia deriva da  arctos, che significa orso, e fa riferimento alla pelosità.

 

Oltre alla falena dell'edera, a Pompeiana è stato osservato un altro insetto che compare negli allegati II e IV della direttiva Habitat: si tratta del cerambicide della quercia (Cerambyx cerdo), un coleottero le cui larve si nutrono di legno di quercia, solitamente prediligendo le piante vecchie e /o malate.
Questa sua caratteristica lo rende molto utile a mantenere in buono stato i boschi che frequenta.
L'insetto ha notevoli dimensioni, può arrivare anche a una decina di centimetri di lunghezza.

 Eupholidoptera chabrieriEupholidoptera chabrieri (nella foto un esemplare femmina, riconoscibile dalla sciabola alla fine dell’addome, organo  utilizzato per inserire nel suolo umido le uova).
Questo tipo di cavallette fanno parte di un gruppo di creature attere, Famiglia dei Tettigonidi, Sottofamiglia Detticini, molto abili al salto, che possono vivere fino a 1.850 metri, a bassa quota vicine ai roveti, nelle alture tra i cespugli di ginepro. Cantano anche di notte, Il suono che producono è abbastanza secco, fatto di bevi ronzii sibilanti a ripetizione. Di solito si nutrono di parti tenere di vegetali ma possono integrare la dieta con insetti.

Scarabei stercorari

Con il termione Scarabeo stercorario è comunemente indicato un gruppo di coleotteri delle famiglie Geotrupidae e Scarabeidae che si cibano di sterco. I due esemplari ritratti a sinistra dovrebbero essere una coppia di Scarabeus sacer, al lavoro nel SIC di Pompeiana.
Caratteri distintivi degli stercorari sono le robuste e dentate zampe anteriori, che hanno funzione fossoria, il capo appiattito, il corpo tondeggiante e delle zampe posteriori proporzionalmente lunghe. Molte specie presentano rilievi tegumentali (corni o altro) sulla zona dorsale del torace o anche sul capo.
Le larve si cibano di sterco, ma anche gli adulti possono mangiarne ogni giorno una quantità pari al loro peso corporeo. Per questo motivo gli stercorari svolgono un importantissimo ruolo come detritivori, accelerando il processo di humificazione delle deiezioni animali.
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