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Lucertola ocellata, segnalazione del 2010

Venerdì 25 giugno 2010, alle 16 circa, l'associazione Praugrande è stata contattata per segnalare un esemplare di Lucertola ocellata, l'animale che abbiamo adottato come logo.
Il rettile era ferito, in quanto era appena stato attaccato da un animale domestico  (purtroppo, se lasciati liberi, cani e gatti costituiscono una seria minaccia per la Lucertola ocellata).
Accorsi sul posto abbiamo constatato che si trattava effettivamente di un maschio di Timon lepidus piuttosto grande e quindi abbiamo subito contattato diversi naturalisti specializzati in erpetologia.
Se avessimo lasciato libero l'animale sarebbe sicuramente morto: infatti le ferite avevano causato una fuoriuscita di organi interni, gli arti posteriori erano privi di mobilità e già la lucertola iniziava ad essere coperta di formiche. Abbiamo perciò deciso di prelevarla.

In serata è stata visitata e medicata da un veterinario ed ha iniziato una terapia di antibiotici.
Per il fine settimana sarà alloggiata in un terrario allestito in tutta fretta, affidata alle cure di un esperto.
Lunedì mattina l'animale era ancora vivo. Attivato il Corpo Forestale dello Stato, è stato valutato come custodire il rettile, in modo di tentare di ottenerne la guarigione e, auspicabilmente, poterlo poi rilasciare in natura nella zona dove è stato rinvenuto.

trasporto
fotografie del 25 giugno 2010, al momento del ritrovamento e del prelievo
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La lucertola misura 57 cm di lunghezza, coda compresa e pesa 250 grammi.

Al momento della sua cattura presentava alcune ferite dovute alla morsicatura di qualche animale molto più grande, una di queste in particolare ha causato la fuoriuscita di alcuni organi interni.
Poche ore dopo il veterinario Nicola Maria Penengo di Riva Ligure ha medicato le ferite ed ha applicato diversi punti di sutura (alcuni di questi sono evidenziati con la freccia rossa nella seconda foto più in basso, scattata  36 ore dopo l'intervento). Sommando le tre ferite più gravi, che sono state suturate, il veterinario è intervenuto con
- applicazione di filo da sutura riassorbibile intrecciato numero 4/0 sulle ferite
- 3 punti di sutura su cute addominale con rientro del fegato e della milza fuoriusciti
- 3 punti su muscoli dorsali
- 8 punti su cute dorsale
36 ore dopo le ferite al 25 giugno 2010, e 36 ore dopo
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Il Corpo Forestale dello Stato e l'ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Imperia sono stato informati dell'avvenuto ritrovamento e degli interventi effettuati sull'animale.

Di seguito pubblichiamo sia un video riassuntivo che il resoconto scritto (più completo) dell'intera vicenda.

La mattina del 29 giugno 2010, tre giorni e mezzo dopo, la nostra amica appare in condizioni stazionarie...
La terapia con antibiotici continua regolarmente, in più ieri, sotto il consiglio del veterinario, gli abbiamo somministrato della Gentamicina sulle ferite.
Ora è stata spostata in una zona esposta a sud, dove prende più sole, abbiamo diviso il terrario in una zona ombrosa ed in una assolata in modo che possa decidere autonomamente dove preferisce posizionarsi.
In più abbiamo inserito una grossa pietra piatta vicino alla ciotola d'acqua, così ci può salire sopra e scaldarsi meglio al sole, come farebbe in natura.

Ancora non è molto interessata al cibo.

La mattina successiva, 30 giugno, appare un po' più reattiva: quando gli abbiamo somministrato l'antibiotico ha morsicato il bastone e non lo mollava più, rizzandosi parzialmente anche sulle zampe posteriori... Le abbiamo di nuovo medicato le ferite con Gentamicina, in più le abbiamo fatto ingoiare un porcellino di terra, lasciandole a disposizioni altri insetti, nel pomeriggio poi gli abbiamo dato un altro ispode e un pezzetto di pomodoro.

Giovedì 1 luglio 2010, ha nuovamente morso con piacere il bastone. Gli abbiamo somministrato l'antibiotico (cosa che ripeteremo stasera) seguito da acqua tramite siringa e di nuovo medicato le ferite con Gentamicina (operazione da ripetere per 3-4 giorni).
Inoltre oggi aveva più appetito, ha ingurgitato volentieri il cibo che le abbiamo dato: un porcellino di terra (isopode), un millepiedi (diplopode) e due pezzetti di pomodoro...

morsica il bastone beve dalla siringa Gentamicina pomodoro
foto scattate dopo 5 giorni, il primo luglio 2010
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Riesce a muovere un pochino di più le zampe posteriori, ma sempre meno delle anteriori.

Venerdì 2 luglio, 7 giorni dopo, sta sempre abbastanza bene, stamane come al solito è stato somministrato l'antibiotico seguito da acqua tramite siringa (lo faremo anche a stasera, fino a lunedì
Spontaneamente non si alimenta ancora ma ha ingurgitato più volentieri due diplpodi (millepiedi) e un isopode (porcellino di terra) che le abbiamo dato...
In più abbiamo lasciato una chiocciola viva, per vedere se prima o poi la mangia...
L'antibiotico, anche se efficace, deve avere un sapore non troppo buono. infatti la lucertola ha imparato che quando le viene mostrato il bastone e apre le fauci le viene messo in bocca una pastiglia (un quarto di pastiglia, dato il suo peso corporeo). Ultimamente è abbastanza restia ad aprire la bocca davanti al bastone.
Un'altra curiosità: nel pomeriggio ha passato diverse ore coricata sulla schiena dentro il recipiente che conteneva l'acqua. Chissà se era per mitigare il fastidio per le ferite e i punti di sutura oppure perché aveva caldo.
Per evitare che patisca ulteriormente il caldo, domani sarà spostata in una zona meno assolata.

Curiosa posizione "balneare" della lucertola
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Sabato 3 luglio l'ocellata è stata trasferita in una zona meno esposta aal sole, per evitare che patisca troppo il caldo. Ha ricevuto una visita di Francesca Brezzi (Laureata in scienze naturali con una tesi di laurea sulla Ocellata), che l'ha trovata in buone condizioni.
Abbiamo somministrato il solito l'antibiotico seguito da un po' d'acqua tramite siringa e come cibo gli abbiamo dato un millepiedi (ne ha voluto solo uno, quando abbiamo provato a dargliene un altro ha chiuso la bocca, è meglio non sforzarla se non ha tanto appetito).

Domenica 4 luglio,Oggi è sempre abbastanza reattiva, ha ingurgitato subito l'antibiotico seguito da un po' d'acqua e ha ingoiato una chiocciola (a cui abbiamo tolto il guscio) che le abbiamo dato. Una seconda chiocciola che abbiamo provato a darle per ora non l'ha voluta, magari riproveremo più tardi se ha appetito...
Per il resto tutto bene, si muove abbastanza e non si infila più nell'acqua, si vede che la nuova sistemazione più "fresca" la soddisfa, anche se ieri sera era di nuovo a pancia in sù...

Lunedì e martedì nulla di rilevante da segnalare, se non che la terapia di antibiotico prescritta dal veterinario è terminata. Ormai si muove abbastanza nel terrario, cambiando posizione diverse volte. Lunedì ha mangiato solo una chiocciola e la sera si è di nuovo messa a pancia in sù nell'acqua, evidentemente anche lei soffre il caldo e l'afa, anche se si trova esposta a nord...

Mercoledì 7 luglio ha ricevuto una visita "congiunta" di Libereso Guglielmi accompagnato da Claudio Porchia e di due giornalisti del canale regionale della RAI.
A Libereso ha fatto molto piacere trovare la lucertola e vederla in condizioni abbastanza buone, tanto che si inizia a parlare del liberazione dell'animale. Speriamo che quel gruppo di umani che per 10 minuti si sono messi ad osservarla non l'abbiano stressata più di tanto. Nella prima foto, per esigenze sceniche, si vede che stuzzichiamo la lucertola in modo che apra la bocca.

cameraman che riprende la lucertola libereso 1
immagini della visita della TV e di Libereso Guglielmi
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E' stato chiesto a Libereso di scegliere un nome per il rettile. Il nome è Bacì, diminutivo di Giovanni Battista molto usato dai vecchi liguri. Il nome vuole ricordare la vecchia Liguria, il contadino ligure che con il lavoro e la fatica ha costruito i terrazzamenti, coltivato terreni impervi rendendoli produttivi, Un lavoro di generazioni che ci ha lasciato una terra meravigliosa che stiamo rapidamente seppellendo colate di cemento.
In seguito la lucertola è stata portata dal veterinario per una visita di controllo.
Durante la visita si è rimosso il tappo intestinale che le impediva di defecare, è andata così di corpo abbondantemente. Questo è un segnale molto positivo che ci rassicura definitivamente sulla sua possibilità di sopravvivenza, dal momento che ora abbiamo finalmente conferma che il sitema digerente non ha subito danni gravi a causa dell'aggressione subita ben 12 giorni prima.
Purtroppo la data del suo rilascio non è ancora giunta: la cute della ferita sul dorso è andata in necrosi, quindi bisogna aspettare che cada e si rigeneri, se la liberassimo oggi verrebbe subito infettata dalle mosche. Il veterinario ha consigliato una pomata per favorire la cicatrizzazione da applicare due volte al giorno. In più bisogna ricominciare con la terapia antibiotica interrotta lunedì... Abbiamo iniziato le medicazioni e l'antibiotico già in serata.
Sembra quindi che per almeno una settimana non si possa pensare alla liberazione, dato che la rigenerazione della cute è un processo un pò lento.

Nella seconda settimama di Luglio, Bacì sta sempre abbastanza bene, è tranquilla, proseguiamo con le cure e con l'alimentazione (ora abbiamo iniziato a dargli qualcosa di più sostanzioso tipo coleotteri, grossi grilli ecc., in genere gliene diamo uno al giorno con il solito metodo). Il prof. Salvidio, erpetologo dell'Università di Genova l'ha visitata venerdì 9.
 
A inizio settimana è stata visitata per l'ultima volta dal veterinario, che l'ha trovata abbastanza bene.
La ferita sul dorso va meglio e la cicatrizzazione è iniziata. Dunque ci ha detto di continuare con l'antibiotico fino a sabato-domenica e con la Connettivina sino alla fine della settimana successiva, momento in cui si potrebbe iniziare a prevedere il rilascio, che a questo punto dovrebbe avvenire entro la fine del mese.

In cattività Bacì comincia ad avere comportamenti strani: quando sta a pancia in sù probabilmente è un comportamento di tanatosi (fa finta di essere morta per non essere più toccata), mentre il taglio della coda rientra nel comportamento di autotomia (si amputa da sola la coda in un punto preciso con forti contorsioni dei muscoli caudali per reazione ad un forte stress). La lucertola si è amputata parte della coda per una contrazione volontaria dei muscoli caudali. La coda comunque ricrescerà in poco tempo.

 

Domenica 18 luglio la lucertola si è alimentata autonomamente predando un grillo che era stato posto nel terrario. Ottimo segno che conferma che i tempi per il suo rilascio sono ormai vicini.

Sabato 24 luglio 2010, Bacì è stata liberata! Ormai guarita e pronta a tornare in natura, oggi abbiamo restituito la lucertola al suo ambiente originario.
Al momento della liberazione era tranquilla e vigile, evidentemente aveva cominciato a riconoscere l'aria di casa. La cosa che ci ha stupito di più è che appena posata in terra è subito scappata via sotto un cespuglio, come se avesse riconosciuto subito che fonalmente era tornata a casa.
E pensare che temevamo che al rilascio rimanesse ferma per ore con tutti i rischi del caso! Evidentemente nel terrario si muoveva poco e aveva comportamenti alterati per via della cattività.

corteo presa liberazione
momenti del rilascio della lucertola
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Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato in questa piccola avventura. Un ringraziamento particolare ad Alessandro Bloise, la persona che fin dal primo giorno si è presa cura del rettile, fino ad ora rimasta "nell'ombra". Alessandro è laureato in Scienze Naturali e sta frequentando il biennio di specializzazione presso l’Università degli Studi di Genova. Attualmente sta preparando la tesi finale sul SIC di Pompeiana, con relatore il Prof. Sebastiano Salvidio.